L'espressione
"lavoro di strada"
raccoglie tipi di intervento che variano sotto molteplici aspetti pur
rimanendo all'interno del quadro generale finora delineato. Alcune
specificità emergono per esempio sul piano degli obiettivi che ciascun
tipo di intervento si pone. Molto schematicamente si possono individuare
tre diversi raggruppamenti
1.
interventi
finalizzati alla prevenzione del
disagio attraverso la promozione
del
benessere delle comunità locali
(quartieri, rioni, piccoli contesti
urbani)
all'interno delle quali vivono gli adolescenti oppure dei gruppi
informali
di cui gli adolescenti fanno parte;
2.interventi
che si propongono di prevenire
il
disagio agendo sulle situazioni definite a rischio.
Essi hanno quindi come principale attenzione i singoli adolescenti
oppure i gruppi di coetanei che, per varie ragioni, vengono identificati
come soggetti particolarmente esposti al rischio di intraprendere una
carriera deviante, ma si sviluppano coinvolgendo la rete delle relazioni
significative in cui soggetti e gruppi sono inseriti. Non di rado buona
parte dell'intervento consiste proprio nella costruzione o
nell'attivazione della rete
3.
interventi
che intendono perseguire l'obiettivo della riduzione
del danno.
In questo caso i destinatari sono gruppi o singoli soggetti che sono
già
definiti come devianti o che quanto meno vivono in situazioni fortemente
segnate dalla marginalità e per i quali si ritiene opportuno agire con
lo scopo primario di salvaguardare le risorse ancora esistenti in
vista
di un percorso di riabilitazione che si prefigura lungo, impegnativo e
dagli esiti incerti. Nonostante l'intervento si focalizzi su individui e
gruppi
specifici, la strategia complessiva prevede comunque un allargamento dei
possibili interlocutori fino a comprendere la rete delle relazioni
rilevanti, sia essa ancora sufficientemente strutturata o da
riorganizzare.
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Negli
ultimi anni è molto aumentato l'interesse, in ambito sociale, nei
confronti della figura professionale dell'operatore di strada, della sua
definizione e formazione.
Per
non fare confusione con i termini è prima di tutto importante
distinguere l'educatore territoriale dall'operatore di strada.
L'educatore di territorio solitamente lavora su progetti che hanno come
obiettivo principale la prevenzione primaria, che si rivolgono a tutti
gli adolescenti con lo scopo di garantire loro un benessere fisico,
psichico e sociale. L'operatore di strada si caratterizza per il fatto
che usa la strada, e tutti gli spazi informali d'incontro, come luoghi
privilegiati d'intervento e di lavoro. Tale figura la incontriamo
soprattutto nei progetti di prevenzione secondaria e terziaria, su
situazioni precise e conclamate di disagio giovanile.
L'educatore
di strada è colui che si muove sul territorio per cercare di ridurre le
distanze presenti tra il mondo dei servizi sociali e quello dei ragazzi,
per raggiungere quest'ultimi nei loro luoghi abituali d'incontro. Questa
può essere individuata come una peculiarità del lavoro di strada.
L'operatore non aspetta i suoi utenti dietro una scrivania, ma esce allo
scoperto e va ad incontrare i giovani, diventa parte integrante
dell'ambiente in cui vivono, perché solo così è possibile incontrarli
e conoscerli. L'operatore di strada deve unire azione e formazione,
permettendo un aumento di conoscenza e di comprensione da parte dei
ragazzi, un aumento di competenza e di consapevolezza che riduce la
delega istituzionale e la centralità dei servizi.
Uno
degli obiettivi principali di tale intervento è quello di lavorare
"con" i giovani, stimolando e dando spazio alle loro proposte
ed iniziative, aiutandoli a comprendere ed utilizzare tutti gli
strumenti a loro disposizione.
Per
realizzare questo l'operatore deve entrare nei gruppi e farsi accettare
con un ruolo preciso e ben definito rispetto agli altri, quello
dell'antenna che sa farsi riconoscere. Si tratta di una situazione molto
difficile in cui l'operatore corre il duplice rischio, da una parte di
eccessiva fusione e confusione col gruppo e dall'altra di un'esagerata
distanza formale con i membri dello stesso.
Questo
preciso ambito, inoltre, non offre la possibilità di scegliere le
persone da incontrare o con cui si vuole lavorare.
Possono
indistintamente essere tossicodipendenti, alcolisti o adolescenti, anche
se parlando con loro spesso emerge che molti problemi sono comuni, come
i rapporti con la famiglia, le difficoltà economiche, la
disoccupazione, l'incapacità di comunicare e la solitudine. Ecco perché
l'operatore deve avere la capacità di rispondere in modo sempre
diverso, proprio per la pluralità di situazioni e di problemi che
incontra nel suo lavoro. Lavoro che richiede una presenza costante sul
territorio, possibilmente sempre negli stessi giorni ed alla stessa ora,
in modo che i ragazzi sappiano quando e dove trovarlo.
L'operatore
di strada necessita, come gli altri, di riferimenti metodologici, di una
precisa programmazione, di strategie e strumenti, ma li deve saper
confrontare con le risorse ed i vincoli presenti in campo. E' necessario
che sappia rispondere in modo sempre nuovo, in continuità con la sua
identità che si modifica sotto la spinta delle vicende personali e
dell'incontro con gli altri.
L'operatore,
vivendo quotidianamente a contatto con i giovani e con le loro difficoltà,
non deve focalizzarsi sul negativo che c'è nell'altro se non in vista
di un suo superamento, attraverso l'assunzione di una maggior
responsabilità personale e la valorizzazione di ciò che di positivo
esiste.
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